Storia di una metamorfosi – 1

Un palazzo inutilizzato nel vecchio Borgo di San Raffaele Cimena Alto suggerisce ai promotori dell’Associazione Palazzo Atelié l’idea di farne una residenza per artisti e un polo culturale, con caratteristiche particolari che ne denotino fin dall’ingresso la funzione e gli obiettivi.

Il Comune di San Raffaele Cimena

Il Comune di san Raffaele o meglio di san Raffaele Cimena, è nato prima del 1500, periodo di cui conserva ancora l’impianto, e sviluppatosi poi nel 1700, come lo attestano le costruzioni civili e religiose come le due notevoli chiese dedicate a san Raffaele arcangelo (1500-1700) e alla Santa Croce (1700). Il vecchio Borgo è ubicato sulla collina fronteggiante il Po, la pianura pedemontana e le Alpi.

Il suo valore culturale, unitamente al sito, che gode di una esposizione e panorama impareggiabili, non è adeguatamente conosciuto e poco pubblicizzato.

Il paese ha vissuto anche lo spopolamento alla metà del secolo scorso, ma oggi si tenta di promuovere una nuova fase di crescita, attraverso varie iniziative.

Il Palazzo

L’ubicazione del fabbricato nel vecchio borgo che si affaccia sullo scenario unico della pianura Pedemontana e delle Alpi offre un punto di vista privilegiato.

Il Palazzo di proprietà del Conte Dettati fu venduto al Comune di San Raffaele nel 1853. Vi si installarono la sede comunale, fino ad allora ospitata nella Casa del Comune, vicino alla Parrocchia, che ormai necessitava di lavori di restauro ed adattamento alle nuove esigenza della comunità. In questo Palazzo, man mano ingrandito e rimodernato, si ricavarono gli alloggi per il Medico, il Segretario comunale ed il Messo. Vi si costruirono accanto anche le scuole creando così un polo di attrazione per l’itero paese. Nel 1928 il comune fu soppresso divenendo una frazione di Gassino Torinese per poi essere ricostituito nel 1948, come San Raffaele Cimena, inglobando anche la frazione della Piana. La sede comunale fu quindi trasferita alla Piana, lasciando così la vecchia sede comunale ai margini della comunità. Un progetto di trasformazione in albergo, all’inizio degli anni 2000, fu realizzato con il concorso della Regione, ma non ebbe successo.

Il Palazzo rimase così semi abbandonato e sottoutilizzato per più di un decennio.

Quando nel 2018 l?associazione Palazzo Atelié ne prese possesso la struttura era ristrutturata e quindi si prestava con pochi adattamenti alla realizzazione di una residenza d’artista.

Gli ampi saloni al Piano terreno erano pronti ad ospitare iniziative di studio ed esposizioni, mentre i monolocali ai piani potevano ospitare sia la funzione abitativa che quella di lavoro degli artisti che desiderassero risiedervi per un breve periodo.

L’IDEA di progetto

L’idea che ha dato inizio alla trasformazione è stata quella di promuovere una tendenza artistica da realizzare in progetto di sviluppo applicabile alla realtà comunale di san Raffaele Cimena. Il comune, da sempre attanagliato da bilanci che non hanno permesso un adeguato sviluppo della cultura, intende adeguarsi all’evoluzione sociale e ad un modo di vivere innovativo per servizi e cultura, sfruttando le risorse del territorio, già da tempo aperto alla comunità artistica.

E’ anche una sfida per la integrazione europea che ci obbliga ad un interscambio culturale ed a stringere maggiormente il nostro rapporto con il pubblico.

Il Palazzo, affidato in comodato all’Associazione Palazzo Atelié, è il fulcro del polo culturale ed è inteso per un uso continuativo di residenze d’artista, collegate strettamente a  sale e servizi comuni per l’interscambio di idee e culture.

Da questa integrazione è attesa una nuova potenzialità di idee e la nascita di altri progetti coinvolgendo strettamente la cittadinanza, il territorio, le accademie e gli artisti di ogni nazione.

Gli obiettivi ed il programma di lavoro

Il progetto si propone in sintesi :

  • di ottenere maggiore conoscenza del pubblico, delle opere culturali limitrofe e anche locali, coinvolgendoli con mezzi di comunicazione di nuova generazione. Ad esempio con la creazione di esposizioni interattive anche di grandi maestri contemporanei e non;
  • workshop di scultura, pittura e ceramica aperti al pubblico, cosicché si accomuni attrazione, informazione, educazione e sperimentazione.

L’orizzonte temporale di questa prima fase è di tre anni per :

  • sviluppare le idee coinvolgendo un pubblico nuovo;
  • allargare la conoscenza ad un pubblico nuovo inteso come ricerca in ambito locale, nazionale ed internazionale, in particolare in collegamento con accademie e scuole d’arte;
  • utilizzare nuove tecnologie digitali da apprendere e trasmettere per lo sviluppo del progetto. 

Si parte di qui, l’idea prende forma, nella primavera 2018 si trova un primo abitante che collabora all’allestimento, poi si trovano altri giovani volontari.

Si comincia.

Segue…