Extempore – La natura morta nel paesaggio

Giugno 2022

Le nature morte dialogano con gli elementi della natura e compongono paesaggi “interpretati”, “rivisti”, con l’occhio moderno degli artisti.

Gli artisti daranno vita ad una natura più esaltante e più consolatrice di quello che un semplice colpo d’occhio sulla realtà ci fa scorgere.

La manifestazione si è svolta domenica 26 giugno 2022 presso Palazzo Atelié Via Maestra 56, 10090 San Raffaele (To)

La partecipazione è aperta a tutti i pittori del territorio e no, italiani o stranieri.

L’iniziativa ha lo scopo di coinvolgere, valorizzare e sensibilizzare le nuove generazioni attraverso l’arte della pittura.

Per il primo classificato è prevista la partecipazione alla mostra collettiva di arte visiva dall’11 al 29 luglio 2022 “Il naturale colore dell’anima” presso Ossimoro Art Gallery Via Carlo Ignazio Giulio 6/B 10122 Torino.

Hanno partecipato: Simone Lucà, Anna Rita Corvino, Francesco Siclari, Francesco Galluzzo, Gianni Pennisi, Marisa Fasano.

1° premio Gianni Pennisi

2° premio Simone Lucà

Ecco i risultati:

LAND

Due artisti, un solo amore per la terra

Collezione Baboja di Piero Acuto

Una serie di gioielli/sculture da indossare, creati da uno sguardo attento al potenziale trasformativo di oggetti comuni o scarti industriali.
Gioielli fatti a mano, assemblati e realizzati senza saldature o fusione. Un’arte manuale non di riciclo, ma di recupero e trasformazione; un percorso rigorosamente artigianale e artistico che conclude la sua metamorfosi della materia in pezzi rigorosamente unici.

Antonia Colombatto

La materia e lo spazio sono i due elementi che muovono la mia ricerca. Materiali naturali alchemici che studiano un territorio, una terra, che ne delimitano le traiettorie ritornando al concetto naturale dello spazio. Acqua, terra, fuoco aria: i principi sui quali si basa l’uomo arcaico e l’uomo moderno.

Orari

Plazzo Atelié, via Maestra 56, San Raffaele Cimena Alto

dalle 16:00 alle 19:30

Emersioni

8 aprile 2022

Dopo un anno esatto dalla prima mostra inaugurata nella sede di Torino, DRIM | Contemporary art ground sceglie di organizzare una evento fuori porta, tenendo fede al suo spirito di spazio ibrido, nella suggestiva location della Chiesa di Santa Croce, edificio della prima metà del 700, situato nel piccolo borgo di San Raffaele Cimena Alto, a pochi chilometri da Torino. Le opere in mostra si snodano tra pittura, scultura, fotografia, video e installazione.

Emersioni è il racconto di un movimento che comincia nell’acqua e vi resta, pur essendo intriso di un’ineludibile tensione verso l’alto. Un movimento che nasce dalla famelica speranza di un corpo di tornare a respirare e che, al contempo, scopre nell’acqua stessa un’imprescindibile alleata del suo slancio diretto al cielo. E questo non soltanto perché con le sue liquide e avvolgenti braccia essa accompagna a galla ciò che la attraversa, ma anche perché, in fondo, l’acqua è il segreto più  intimo della vitalità , è  madre feconda, è materia tangibile degli intangibili principi che regolano l’esistenza. La sua assenza lo rivela con più  limpidezza che mai: la siccità  e  l’icona più  vivida della morte fisica e spirituale, è  la voce vuota e arida – come direbbe T. S. Eliot “drip drop drip drop drop drop drop/But there is no water” – della desolazione.

Attraverso una pluralità  di media e linguaggi artistici, il collettivo di artisti nazionali ed internazionali protagonista della nuova esibizione di DRIM evoca, ispirandosi a volti sia concreti sia metaforici dei paesaggi acquatici, temi lungo i quali le narrazioni umane non hanno mai smesso di navigare. Le tinte oceano dei quadri di Giulio Zanet, insieme alle onde di colore di Alice Voglino e al rumore della pioggia bresciana catturato da Alessio Degani, traghettano gli spettatori nel mezzo degli scatti di Isabel Rodriguez Ramos e Davies Zambotti, che, pur nella inevitabile staticità  delle loro fotografie, riescono a restituire dei dialoghi tra corpi fluidi e avvolgenti come il mare d’estate. Ad amplificarli è Chiara Tubia, facendo danzare il grès in una forma le cui morbide insenature divengono albergo di un’armoniosa fusione tra il maschile e il femminile. L’esplorazione della fisicità  e del suo dinamismo, non tralasciandone anche i movimenti più  increspati, prosegue con Irma Molinari e la visual artist Shirin Abedinirad, che, consentendo al suo riflesso di immergersi nelle acque marine scosse da un delicato Zefiro, fa emergere un’inaudita conversazione tra corpo, acqua e cielo. I sussurri del mare e del vento di Shirin sono raccolti dagli scultori Michele Liuzzi ed Elmira Abolhasani: entrambi, trovando nel vetro e nella sua trasparenza l’anello di congiunzione tra mondo acquatico e celeste, riescono nell’impresa di gettare degli inattesi ponti tra la dimensione immanente della corporeità  e quella invisibile e trascendente della spiritualità. Proprio sull’ineffabile, e sul suo indistricabile rapporto con la vita e con la morte del mondo, si interrogano le fotografie capovolte di Giammaria Dellarossa e i lavori del pittore e installation artist Marco Andrighetto, che, con una sinfonia di azzurri, mette in scena l’ondoso e incessante movimento tra creazione e distruzione, tra presenza e assenza, tra umano e divino.

La curatela della mostra è affidata a Exoartlab (Marta Blanchietti e Carola Del Pizzo) un duo curatoriale che nasce nel 2021. Il suo nome è un prestito da una parola centrale nel Fedro di Platone: a partire dall’ambientazione del dialogo, che si situa “exo”, “fuori” dalla cinta muraria di Atene, il Fedro è infatti un inno all’ordinarietà di Socrate. L’aspirazione di Exo Art Lab è, per prima cosa, quella di spingersi a camminare, insieme a Socrate, “fuori dalle mura”.

La mostra è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Palazzo Atelié.

a cura di Marta Blanchietti e Carola Del Pizzo

opening: venerd. 8 aprile h. 17 – 21

sabato 9 e domenica 10 aprile h. 11 – 22

dal 11 al 30 aprile h. 15 – 19 su appuntamento

Chiesa di Santa Croce, via Santa Croce, 10090 San Raffaele Cimena Alto (TO)

Alcune immagini dell’esposizione

Femminitudine 2022

Vite d’artista

marzo 2022

Quest’anno la festa della donna di Palazzo Atelié si celebra all’aperto: sui muri lungo la Via Maestra due artiste molto diverse, una scultrice e una fotografa si raccontano attraverso un’esposizione fotografica.

Tegi Canfari

Tegi Canfari nasce a Torino nel 1946; si diploma in scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti. Attualmente partecipa e organizza mostre e simposi in Italia e all’Estero. Un intenso lavoro artistico di sperimentazione si è sviluppato e articolato, negli anni.

Le scelte di lavoro dell’artista sono: il rispetto dei materiali usati e il forte rapporto fisico con la natura. Un rapporto vissuto nelle diverse stagioni e nei diversi luoghi quali mare, montagna, fiumi, praterie, deserti, foreste, vulcani. La complessità di esperienze, tradotta in essenzialità di pensiero, si concretizza attraverso la scelta di mostrare l’aspetto nudo dei materiali non camuffandolo con patine o altro. La Natura concepita come grande Madre e allora, a simbolo di ciò, la rappresentazione dei vegetali nella loro crescita, dal seme al frutto, dalle radici alle foglie – momenti in cui avviene un processo simile all’evoluzione – questa per Tegi Canfari è la fase più stimolante della creazione artistica.

https://www.facebook.com/tegi.canfari

Renata Busettini

Sono nata a Milano nel 1964 e mi sono trasferita a Torino agli inizi degli anni ottanta.

Ho avuto la grande fortuna di viaggiare moltissimo e la fotografia da sempre è stata una mia buona compagna di viaggio. Al ritorno da ogni itinerario, ero carica di nuove esperienze e di tanti rullini di foto ricordo.

La mia passione per i viaggi non è cambiata ma le mie spedizioni non sono più il motivo per scattare, ora la fotografia è diventata il motivo per viaggiare. E così le immagini ricordo hanno lasciato spazio a progetti più complessi raccontati per immagini e parole.

Prediligo la fotografia documentativa e negli ultimi lavori ho scelto «il ritratto» come strumento di racconto. Il diletto è il motore che sprona il mio desiderio per vedere il mondo attraverso la fotografia.

www.renatabusettini.com

L’esposizione sarà visibile a chi percorre la via Maestra a San Raffaele Alto per tutto il mese di marzo.

https://www.facebook.com/tegi.canfari

BABOJA

L’Amministrazione Comunale di San Raffaele Cimena, in occasione del decennale  di  istituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi e nell’ambito del progetto “IPark” cofinanziato dalla Fondazione San Paolo, in collaborazione con  l’Associazione Culturale “Palazzo Ateliè”, ha posato l’opera dell’artista Piero Acuto “Baboja” e la “Capsula del Tempo” con le memorie del C.C.R. in un’area del Parco Comunale “IPark” il giorno 25 giugno 2021 alle ore 18,30.

Colore sul dolore

Esposizione personale di Domenico Poponi

25 maggio – 4 luglio 2021

Domenico Poponi nasce a Rivoli nel ’68 e per oltre 30 anni lavora come tecnico e addestratore del personale presso un’azienda leader nel campo delle apparecchiature elettromedicali. Lo sport è da sempre la sua grande passione: oltre allo sci e alla corsa, adora la MTB, con la quale ama cimentarsi in lunghe e appassionanti avventure. 

Nel 2015 la vita di Domenico viene completamente stravolta: a giugno viene alla luce la figlia Matilde e ad agosto dello stesso anno gli viene diagnosticato il Morbo di Parkinson. Da quel momento, comincia la sua seconda vita, fatta di nuove e dolorose sfide, ma non priva di momenti di luce.

È proprio in uno di quei rari momenti di luce che Domenico scopre la sua passione per la pittura. A 52 anni, si chiude un capitolo della sua vita e se ne apre un altro. Nel marzo 2020, in piena emergenza sanitaria, una mattina si sveglia e decide di iniziare a dipingere. Facendo i conti con una malattia che non gli da mai tregua, Domenico riversa su tela tutte le emozioni – positive e negative – vissute in questa sua seconda vita: gioie e dolori, luci e ombre, speranza e rassegnazione. Nei suoi dipinti, realizzati con tecnica mista, Domenico ci accompagna per mano nel suo mondo, un universo nel quale anche nei momenti più bui si può intravedere la luce. Perché se è vero che nulla accade per caso, nemmeno casuali sono i suoi soggetti. Domenico ci parla della sua esperienza con il Parkinson e lo fa attraverso pennellate decise, pesanti, con un utilizzo massiccio dei colori. Nelle sue opere troviamo tanto la voglia di non arrendersi quanto il dolore fisico, tanto la gioia delle piccole cose quanto la disperazione di trovarsi in una strada a senso unico.

Mercanti a Palazzo

Sabato e domenica 12 e 13 giugno non perdete il nostro mercatino.

Troverete l’angolo vintage, fischi e fischietti, i tessuti a mano di Luisa Pozzo e i prodotti del territorio come il riso di San Raffaele di Pochettino, lo zafferano di Castagneto Po, il miele di Pierino Corio, le composizioni floreali di EDF LAB e tante altre cose.

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